Padre
- by D. Paradiso
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15 dicembre 2022
Lettura: Ebrei 1:1-2
(Ebrei 1:1-2) Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.
Dio ha parlato anticamente per comunicare sé stesso agli uomini. La sua è una rivelazione progressiva scandita dai patti in ognuno dei quali Egli si rivela in un rapporto diverso con gli uomini e sotto una luce diversa.
Adamo, Noè, Abramo e Mosè. A tutte queste persone Dio parla e attraverso questo rivela se stesso e così in ogni circostanza gli viene dato un nome che esprime il carattere o il modo di intervenire di Dio; fino all’incontro con Mosè nel quale è Dio stesso che si dà un nome: “IO SONO COLUI CHE SONO”, nome impronunciabile e indefinibile perché dice tutto e niente a chi non conosce il Dio di Abramo Isacco e Giacobbe. Una definizione con un verbo al presente che si autodefinisce e senza confronto con alcun che, e mostra che non si trova nulla e nessuno con cui confrontarsi.
Da qui vengono gli appellativi con cui viene da noi definito: l’Eterno, l’Onnipotente, il Glorioso… sono tutti aggettivi e funzioni che evidenziano il Suo intervento nella storia e nella vita degli uomini.
La epistola agli ebrei è scritta per invitare i credenti ebrei a ben inserire la persona di Gesù nell’ordine della rivelazione di Dio perché la persona di Gesù non è una delle rivelazioni di Dio ma è la rivelazione.
Benché Gesù abbia il titolo di sacerdote, Egli non è da racchiudere nelle funzioni di sacerdote che amministrava la legge, ma e lui stesso l’adempimento della legge e perciò Gesù dà la vera interpretazione dei comandamenti.
Quindi la parola di Gesù è la rivelazione di Dio che vuole farsi conoscere in un rapporto personale e continuo privo di separazioni dovute alla nostra natura umana (la cortina che si squarcia) e che comunque non prescinde dalla santità pur stabilita nella legge.
La realizzazione di ciò richiede la piena soddisfazione della legge stessa e per questo Gesù diventa il compitore della legge accettando di subire il castigo stabilito da Dio per i trasgressori. Con quale nome Gesù rivela Dio?
(Giovanni 1:12) ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome
È evidente che il cambiamento è radicale, Gesù viene a stabilire una relazione molto diversa dai patti antichi. Qui non è un popolo di discendenza ma una famiglia. Egli non ci fa parte del popolo di Dio che rimane sempre Israele, ma ci fa figli di Dio. Con quale nome i figli chiameranno Dio una volta diventati tali? Padre.
Direte, che bella scoperta! Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma riflettiamo sul fatto che Gesù chiama Dio sempre suo padre, anche sulla croce, lo invoca così nelle sue preghiere e così insegna ai discepoli: Padre nostro che sei nei cieli. Il fatto che nel nuovo testamento il termine Padre è usato molto più frequente di altri nomi ci deve insegnare qualcosa. Nell’ antico testamento Dio non è mai chiamato Padre salvo alcuni versi di Isaia 63 e Geremia 3, ed è sempre riferito in senso profetico al futuro rapporto di Dio con il suo popolo completo.
Nel nostro immaginario Dio rimane sempre l’Essere supremo e infinito, ma resta anche infinitamente lontano da noi come se avessimo un padre che sappiamo esiste, ma non lo abbiamo mai veduto. Saremmo portati a non menzionarlo e a non pensare che possa aiutarci o possa rispondere alle nostre richieste.
Proviamo a considerare che il nostro Padre sia vicino a noi; ci rivolgeremmo a lui col termine padre e non con il termine generico di Dio.
Questo ci metterebbe in una relazione personale con Dio che sicuramente mette in evidenza le nostre carenze, ma ci permetterebbe di essere sinceri e onesti nei Suoi confronti (cfr. il figlio prodigo). Forse ci vergogneremo un po' ma pensate che cosa è poter chiamare Dio nostro Padre come Gesù ci ha invitato a fare. Qualunque cosa chiederete al PADRE nel mio nome Egli ve la concederà.
Non potremo sperimentare la bontà del nostro padre se non lo riteniamo tale e non lo affermiamo. Per dire grazie al nostro padre non abbiamo bisogno di tante parole perché lui ci conosce e anche se chiediamo Egli sa le cose di cui abbiamo bisogno e niente è troppo difficile per Lui.