Finché morte non vi separi (III parte)
- by FDG
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20 settembre 2020
Lettura: testi vari
Nelle precedenti meditazioni abbiamo visto che, secondo Dio, l’unione del matrimonio non è soggetta ad alcuna forma di divorzio, ma l’unica cosa che può scioglierlo è la morte di uno dei coniugi. È possibile la separazione, ma solo laddove vi sono alcune problematiche particolari.
(Romani 7:2) Infatti la donna sposata è legata per legge al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, è sciolta dalla legge che la lega al marito.
Domanda: vi può essere qualche eccezione? Sembrerebbe che, in alcuni brani, vi possa essere la concessione al divorzio.
(Matteo 19:9) Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
(Matteo 5:32) Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio.
Le frasi “…quando non sia per motivo di fornicazione” e “salvo che a motivo di fornicazione”, alcuni le considerano come condizione eccettuativa e sono convinti che il matrimonio si può rompere. L’adulterio, o l’infedeltà matrimoniale, sarebbero quindi una giustificazione al divorzio.
(Marco 10:9-12) L'uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito… …Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
(Luca 16:18) Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.
In questi ultimi versi, Gesù condanna il divorzio mentre, nei versi di sopra (Matteo 5:32 e 19:9) sembra che Gesù stia ammettendo il divorzio se vi è la condizione della fornicazione. Come mai questa differenza? In che modo spiegare questa apparente contraddizione?
Per capire bene questa contraddizione dobbiamo esaminare innanzitutto il contesto. I vangeli di Marco e di Luca sono indirizzata a lettori di cultura romana e greca, mentre, l’evangelo di Matteo è rivolto agli Ebrei. Questa è una prima differenza sostanziale perché l’usanza Ebraica del matrimonio prevedeva, già nel fidanzamento, una cerimonia in cui veniva sottoscritto un patto che vincolava i due fidanzati a diventare marito e moglie. In realtà, il vincolo del fidanzamento, li considerava già marito e moglie. Il tempo del fidanzamento era di fatto un periodo di preparazione alla loro dimora coniugale.
Il fidanzamento quindi, nella cultura ebraica del tempo, era vincolante ed aveva a tutti gli effetti il valore del matrimonio, e la separazione era legittimata solo se vi fosse stato il peccato di fornicazione. Se vi erano quindi delle prove di infedeltà durante il tempo del fidanzamento, si poteva chiedere lo scioglimento di tutte le promesse e di tutti gli accordi precedentemente fatti perché non avevano avuto alcuna relazione intima nel fidanzamento.
Adulterio e fornicazione sono due peccati differenti. Il termine fornicazione è riferito a unioni illecite e peccati contro natura (Levitico 18).
(Matteo 15:19-20) Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l'uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo».
La distinzione tra fornicazione e adulterio non ci consente di supporre che il matrimonio possa essere sciolto a motivo dell’adulterio. Inoltre, affermare che il matrimonio possa essere sciolto a motivo dell’adulterio, non risolverebbe il contrasto dei due testi citati di Matteo 19:9 e 5:32 con i rispettivi di Marco 10:9-12 e Luca 16:18.
(Giovanni 8:41) Voi fate le opere del padre vostro». Essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio».
L’insinuazione dei Giudei rivolta a Gesù “Noi non siamo nati da fornicazione”, alludeva al fatto che Gesù stesso non fosse nato da una vergine, ma che Maria avrebbe commesso il peccato di fornicazione. I Giudei quindi accusavano Maria la quale, pur essendo vergine, ha concepito Gesù.
(Matteo 1:18-25) La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.
Giuseppe aveva tutto il diritto di divorziare da Maria ed esporla ad infamia presumendo che ella aveva commesso il peccato di fornicazione, ma attraverso l’angelo Gabriele, comprese e prese Maria in moglie come Dio gli aveva comandato di fare. In questo testo notiamo che, se pur fidanzati, Giuseppe e Maria, erano già considerati marito e moglie.
La parola di Dio quindi va compresa nel contesto e su questo dobbiamo stare attenti. Dunque il divorzio concesso nei due testi di Matteo è riferito solo al periodo del fidanzamento secondo la loro cultura Ebraica.
(Matteo 19:7-8) Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?» Gesù disse loro: Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così.
In questi due versi notiamo che la riposta di Gesù corregge la domanda dei Giudei: “fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli”. Mosè non “comandò”, ma “permise”. Il divorzio quindi non è un comando ricevuto da Dio, ma una permissione che Mosè ha dovuto dare di fronte ad una pratica consolidata e caratteristica di un cuore duro di fronte al peccato. Fu per la durezza dei loro cuori (ebrei), che hanno preteso il divorzio e che Mosè lo permise, ma che di fatto era un abuso.
Il divorzio non faceva parte del piano originale di Dio. Dio non ha mai comandato e non ha mai giustificato il divorzio. Nell’antico testamento infatti non troviamo mai una dichiarazione di Mosè in cui comanda il divorzio.
Tanti sono i credenti che, coinvolti dalla durezza del loro cuore, sono pronti a divorziare.
(Ebrei 13:4) Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri.
Anche i credenti possono peccare di adulterio, ma di ciò ne daranno conto a Dio, così come ne daranno conto anche i fornicatori. Dio odia il ripudio. Non ci si può permettere di essere sleali nella vita matrimoniale.
(Proverbi 6:32) Ma chi commette un adulterio è privo di senno; chi fa questo vuol rovinare se stesso.
Il tema del matrimonio è un argomento delicato. Si possono rispettare le idee e le opinioni altrui, ma la bibbia è chiara su tale argomento: no al divorzio e no alle nuove nozze.