I centurioni (II parte)
- by DDC
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01 dicembre 2022
Lettura: testi vari
(I parte)
Il centurione al sepolcro
Il centurione al sepolcro è l’unico, degli esempi che ho scelto, che non ci viene menzionato da nessuno dei Vangeli, ma la presenza di un Centurione in quella circostanza è dimostrabile, seguendo le indicazioni storiche e leggendo semplicemente il testo. Tale sicurezza ci viene dalla legge romana che ci è stata tramandata nei secoli.
(Matteo 27:57-66; 28:1-15) Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò. Maria Maddalena e l'altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro. L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: "Dopo tre giorni, risusciterò". Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: "È risuscitato dai morti"; così l'ultimo inganno sarebbe peggiore del primo». Pilato disse loro: «Avete delle guardie. Andate, assicurate la sorveglianza come credete». 66 Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.
Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto». E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunciarlo ai suoi discepoli. Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno». Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute. Ed essi, radunatisi con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo". E se mai questo viene alle orecchie del governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione». Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d'oggi.
Dopo esserci fatti questa breve panoramica cerchiamo di analizzare da un punto di vista storico-logico quello che era successo. Dopo la morte di Gesù, un uomo, Giuseppe d’Arimatea, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù e lo pose in una tomba nuova scavata nella roccia. Nel frattempo i capi del popolo, che avevano ordinato la morte in croce di Gesù, cercavano in qualunque modo di far dimenticare la figura di quell’uomo tanto odiato; fondamentalmente il loro piano era riuscito: Gesù era morto. Andarono dall’accondiscendente Pilato, gli chiesero delle guardie e chiesero che la tomba fosse sigillata. Partiamo da questo evento perché qui capiamo perché la presenza del Centurione è cosa certa. Cos’era una “Guardia”?
Durante la dominazione romana in Israele, non vi fu il totale annullamento di un governo israeliano, ma diciamo che rimase un governo fantoccio con un piccolo esercito alle complete dipendenze della Repubblica Romana che si occupava dell’ordine all’interno del Tempio. Da una lettura superficiale del testo sembrerebbe che Pilato disse ai capi del popolo di procurarsi loro delle guardie (intese come soldati), ma vi è motivo di pensare che non si trattasse delle guardie del tempio, perché, se così fosse, che motivo avevano i capi di andare da Pilato a richiedere delle guardie?
Fondamentalmente ai romani la figura di Gesù non interessava. Se Gesù era stato condannato e giustiziato non era stato per opera dei romani (che risultano gli esecutori); i mandanti erano e rimangono i capi del popolo. A Pilato non interessava sorvegliare la tomba di Gesù, ma ricordandoci del fatto che il governatore, per evitare un tumulto aveva ucciso Gesù e adesso non faceva altro che continuare quell’opera di accondiscendenza nei confronti dei capi del popolo. Quindi ci viene da pensare che quel “avete delle guardie” sia un imperativo che sta a significare “vi concedo delle guardie”. Ma questo ci viene ancora meglio chiarito dal versetto 14 del capitolo 28, dove troviamo scritto che le guardie erano preoccupate di dover rendere conto di quello che era successo al governatore. Se si trattava di guardie del tempio che motivano avevano di temere questo?
Come detto il fatto di voler sorvegliare la tomba di Gesù non era un’iniziativa romana. Eppure la preoccupazione è ben diversa se si trattava di una guardia romana. I soldati romani non avrebbero mai abbandonato la loro sorveglianza: la pena per un soldato romano di abbandonare il proprio turno di guardia era la morte. Nel suo più celebre discorso sulla rigidità della disciplina sul campo, il già citato storico greco Polibio dichiara che la paura delle punizioni conduceva ad un’attenzione impeccabile al dovere, specialmente nei turni notturni. Nell’opera le Pandette di Giustiniano venivano citate 18 motivi per cui un soldato romano venisse messo a morte e tra di questi figurava abbandonare il turno di guardia.
Ecco che la storia incomincia a quadrare meglio, infatti secondo la storia romana con il termine “Guardia” si intentava un numero di soldati che solitamente era composta da 4 unità. Tale ad esempio era il numero della guardia che aveva crocifisso Gesù e che si spartirono le vesti (Giovanni 19:23). Il testo ci dice che Pilato concesse delle Guardie, quindi un numero imprecisato di soldati romani erano stai messi a custodire ogni tentativo di furto del corpo di Gesù. Capito ciò la domanda sorge spontanea: ma il nostro amico Centurione che fine ha fatto? Il testo letto ci dice che sulla pietra d’ingresso della tomba furono posti dei sigilli. Si trattavano dei sigilli imperiali di Roma posti sopra la pietra con la cera del governatore stesso. La sigillatura doveva essere posta in presenza di un ufficiale romano, ovvero un Centurione. Era il nostro caro Centurione che doveva garantire e custodire l’integrità del sigillo.
Al quel tempo non vi era misura di sicurezza più grande che degli uomini potevano utilizzare: 1) i soldati romani non avrebbero mai abbandonato la loro sorveglianza. Quindi la tomba rimase custodita; 2) la pena per chi rompeva il Sigillo Imperiale romano senza autorizzazione era la flagellazione e successiva crocifissione. Di fronte a questo quadro così macabro abbiamo un evento sconvolgente: il mattino del terzo giorno la tomba era vuota! I capi religiosi avevano cercato in qualunque modo di evitare che ciò succedesse e inconsapevolmente stavano dando una prova che Gesù era risuscitato. La tomba era vuota, i sigilli erano rotti, i soldati romani rischiavano la vita e i capi dei sacerdoti cercavano un modo per rimediare al fatto accaduto.
Notiamo insieme qualcosa di bello per noi: la testimonianza della guardia non era discutibile. Essi erano testimoni oculari dei fatti accaduti. Il messaggio della risurrezione di Gesù fu portato ai sommi sacerdoti tramite le bocche dei testimoni più irreprensibili possibili. La testimonianza del centurione era vera; essi sapevano che il centurione non aveva nessun motivo di mentire. Gesù era veramente risorto! Ecco che il centurione al sepolcro diventa per noi: l’uomo che ha stupito il mondo. Potevano cercare di mascherare quando volevano, ma in cuor loro sapevano che Gesù era risorto.
Il Centurione Cornelio
Per ultimo analizziamo la figura del centurione Cornelio descritta in Atti 10:1-48
(Atti 10:1-48) Vi era in Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta «Italica». Quest'uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente. Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!» Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: «Che c'è, Signore?» E l'angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio. E ora manda degli uomini a Ioppe, e fa' venire un certo Simone, detto anche Pietro. Egli è ospite di un tal Simone, conciatore di pelli, la cui casa è vicino al mare». Appena l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un pio soldato fra i suoi attendenti e, dopo aver raccontato loro ogni cosa, li mandò a Ioppe. Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza, verso l'ora sesta, per pregare. Ebbe però fame e desiderava prender cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro angoli, veniva calata a terra. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia». Ma Pietro rispose: «No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato». E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure». Questo avvenne per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu ritirato in cielo. Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì. Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io». Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?» Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo, di farti chiamare in casa sua e di ascoltare quello che avrai da dirgli». Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente andò con loro; e alcuni fratelli di Ioppe l'accompagnarono. L'indomani arrivarono a Cesarea. Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi. Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch'io sono uomo!» Conversando con lui, entrò e, trovate molte persone lì riunite, disse loro: «Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo aver relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni. Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?» Cornelio disse: «Quattro giorni or sono stavo pregando, all'ora nona, in casa mia, quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: "Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa' venire Simone, detto anche Pietro; egli è ospite in casa di Simone, conciatore di pelli, in riva al mare". Perciò, subito mandai a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; or dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per ascoltare tutto ciò che ti è stato comandato dal Signore». Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti. Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; vale a dire, la storia di Gesù di Nazareth; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno. Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti. Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome». Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?» E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro.
Eccoci davanti alla storia di Cornelio, anch’esso centurione romano della coorte detta italica, ossia formata da soldati italiani. Potremmo dire sicuramente tante cose di quest’uomo ma ci soffermeremo soltanto in alcuni aspetti del suo carattere: 1) Era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia. In maniera sincera aveva lasciato il culto pagano romano e si era convertito al monoteismo ebraico; 2) Faceva molte elemosine al popolo; 3) Pregava Dio assiduamente; 4) Era un uomo giusto; 5) Il popolo gli rendeva buona testimonianza (v.22); 6) Era solito testimoniare dell’amore di Dio (v.24).
Succede che questo centurione, proprio perché cercava un rapporto personale con Dio, gli fu data una conferma di approvazione da parte di Dio stesso. Ma gli mancava qualcosa: la grazia era giunta su tutti gli uomini e l’unico modo per poter avere un rapporto pieno con Dio era per mezzo di Gesù Cristo. Ed è questo il compito che gli viene affidato a Pietro, quello di estendere la grazia su chiunque crede.
La visione di Pietro è fondamentale per capire questo: ciò che la legge riteneva impuro (animali impuri secondo la legge), Dio per mezzo di Gesù Cristo lo ha reso puro, e le promesse e i doni, fino a poco tempo prima un’esclusività del popolo d’Israele vengono estese a tutti. Ed è così che attraverso la testimonianza di Pietro tutti i presenti ricevettero il dono dello Spirito Santo e furono battezzati. Cornelio diventa uno dei primi gentili ad essere battezzato nel nome di Gesù.
Il centurione Cornelio diventa per noi l’uomo che ha meravigliato la Chiesa: I primi cristiani era ancora strettamente ancorati alle fede ebraica e mai e poi mai avrebbero pensato che il Dio d’Israele avrebbe esteso le sue promesse a tutti. Se ci fermiamo a riflettere capiamo che Dio stava smontando in un attimo tutte le convinzioni che la chiesa primitiva aveva in quel momento. La Grazia di Dio ha superato ogni preconcetto e ogni barriera e noi oggi siamo la testimonianza vivente che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
(Efesini 2:11-18) Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.
Conclusione
Abbiamo visto come un elemento che molte volte potrebbe essere un dettaglio in un contesto molto più ampio, riesce a trasmetterci tanti insegnamenti. Come dicevamo all’inizio si tratta di semplici dettagli che ci fanno gustare ancora di più la bellezza e la profondità della Parola di Dio. Come mai il Nuovo Testamento pone così tanta attenzione alla figura dei Centurioni romani? Perché vengono citati tutte queste volte? La risposta a queste domande le troviamo all’interno del ruolo che il centurione aveva nei confronti del popolo. Abbiamo detto che essi rappresentavano la prima autorità nei confronti del popolo. Erano, tra gli ufficiali romani, quelli che erano più a contatto con il popolo. Essi diventano i testimoni migliori per l’opera di Dio: 1) Non avevano interessi nell’affermare falsità; 2) Erano tra gli ufficiali, quelli che riuscivano maggiormente a parlare con il popolo; 3) Riuscivano ad essere credibili e a parlare anche con i loro superiori (di tutte le sfere).
Non vi poteva essere storia più affidabile di quella raccontata da un centurione. Il compito che Dio affidava a questi uomini era di testimoni credibili. Quello che apparentemente sembra un dettaglio insignificante rappresenta un tassello perfetto nel perfetto disegno di Dio.
I centurioni sono stati uomini che hanno potuto sperimentare con mano la potenza di Dio e la loro testimonianza rimane valida tanto allora quando oggi.
Il Centurione di Capernaum Ha potuto vedere l’opera guaritrice di Gesù.
Il Centurione alla Croce Ha potuto contemplare la sofferenza che Gesù si caricò al nostro posto.
Il Centurione al Sepolcro ha potuto contemplare il miracolo della Risurrezione che rappresenta il tutto della nostra fede (I Corinzi 15:14).
Il Centurione Cornelio ha potuto vedere l’opera preziosa dello Spirito Santo.
La vita di questi centurioni ci porta a poter affermare, e con questo concludo: Signore, ho un bisogno, so che tu me lo puoi risolvere ma c’è un problema: non sono degno! Però ho visto che tu hai scelto di intraprendere la strada della sofferenza perché era l’unico modo per pagare il mio debito, per colmare quel vuoto che mi separava eternamente da te, e lo hai pagato al posto mio sulla croce. Solo tu potevi fare questo perché tu veramente sei il Figlio di Dio! Ed ho contemplato la meraviglia della tua risurrezione attraverso la quale mi hai reso degno, e mi hai dato la possibilità di ereditare le tue promesse ed entrare a far parte della tua famiglia. E con gioia ho ricevuto il tuo dono dello Spirito Santo che adesso guida la mia vita e quotidianamente, mi istruisce e mi dona delle capacità che posso usare per servirti meglio. A Te vadano gloria ed onore nel nome di Gesù.